Onorevoli Colleghi! - Il fenomeno dell'abusivismo edilizio assume, in talune zone del Paese, dimensioni e caratteristiche di particolare rilevanza.
L'attività di vigilanza di competenza degli enti locali solo parzialmente riesce a contrastare il suddetto fenomeno anche in ragione di una molteplicità di cause concorrenti, quali, ad esempio, le difficoltà derivanti dalla complessità procedurale delle azioni di repressione e il conseguente contenzioso amministrativo finalizzato a impedire la demolizione dei manufatti abusivi.
Quarant'anni di edilizia selvaggia hanno arrecato gravi e irreparabili danni al territorio, all'ambiente, alla convivenza civile e al concetto stesso di legalità. Ma il fenomeno complessivo di devastazione ambientale, mista ad inefficienza e a corruzione, che dall'ultimo dopoguerra in poi sta distruggendo il territorio italiano, non può essere semplicemente ascritto alla voce «abusivismo».
Infatti, non bisogna dimenticare i vari fattori di natura sociale, economica e culturale, nonché di carattere tecnico-urbanistico che contribuiscono ad accentuare il fenomeno. Non vi è alcun dubbio circa il fatto che oggi, a fronte di una normativa chiara ed inequivocabile in materia di abusivismo edilizio, ci sia, invece, una gravissima situazione di impasse, in cui il relativo fenomeno, sebbene rallentato, non si è fermato, ma, anzi, è stato fomentato da politiche poco incisive o addirittura di incentivazione.
Generalmente, l'abuso edilizio viene rilevato d'ufficio a seguito di segnalazione, da parte dei cittadini, al settore edilizia privata del comune di residenza oppure direttamente alla polizia municipale, ma